F.L.A.I.
Segretario Generale: Celeste Logiacco
La FLAI è un sindacato di categoria della Cgil che organizza i lavoratori agricoli e i lavoratori dell'industria di trasformazione alimentare.
Tra i suoi principi statuari fondamentali vi è quello di tutelare, difendere e promuovere i diritti individuali e collettivi delle lavoratrici e dei lavoratori che rappresenta (dipendenti a tempo indeterminato e a termine, stagionali, avventizi) e rafforzare la solidarietà tra tutti i lavoratori stabili, precari e disoccupati.
ORGANIZZAZIONE
La FLAI fonda la propria rappresentanza nei luoghi di lavoro e nel territorio, nell'Assemblea delle iscritte e degli iscritti di aziende e/o di Lega.
Gli iscritti nel 2005 sono stati 289.170.
Nei luoghi di lavoro la FLAI, insieme agli altri sindacati confederali di categoria, promuove le elezioni delle rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) come soggetto titolato alla contrattazione in azienda.
E' inoltre impegnata a promuovere la elezione delle rappresentanze dei lavoratori per la Sicurezza (Rls).
La FLAI è presente nel territorio con centinaia di Leghe e sub-comprensori, con 140 sedi territoriali, 21 sedi regionali e una sede nazionale.
AGRICOLTURA E PESCA
Nel 2007, 980.628 – di cui 81.276 non comunitari - sono stati le lavoratrici e i lavoratori a tempo determinato iscritti negli elenchi anagrafici. Le aziende singole o associate, che li hanno collocati sono state circa 200.000 e hanno prodotto vino e agrumi, allevato animali e pesci, gestito agriturismi, coltivato nelle serre fiori e ortaggi, e a pieno campo frutteti o uva da tavola, manipolato i prodotti nei magazzini ortofrutticoli, distribuito l’acqua e impiantato o gestito i boschi.
Sempre nel 2007, 162.037 – di cui 17.003 non comunitari - sono stati le lavoratrici e i lavoratori occupati a tempo indeterminato nel settore.
Mentre 35.000 sono stati gli impiegati, i tecnici e i quadri agricoli che hanno dato un importante contributo intellettuale.
A questo 1.117.665 di lavoratrici e di lavoratori, italiani e migranti, che risultano iscritti all’Inps va aggiunto un esercito di circa 300.000 lavoratori stagionali, italiani e migranti, che popolano “in nero” le nostre campagne. Sempre più spesso il lavoro nero diventa schiavismo vero e proprio, specialmente ai danni di esseri umani provenienti dall’est Europa, dal nord Africa o dall’India. Sottosalario, diritti negati, offesa alla dignità dell’uomo sono, purtroppo, ancora oggi una costante che specialmente nel Sud Italia è presente in maniera sconcertante.
Siamo anche in grado di dire che il 61% degli addetti a tempo determinato è occupato nel sud Italia, mentre il 50% degli addetti a tempo indeterminato è occupato nel nord Italia. L’età di questa categoria per il 70% si attesta dai 22 ai 49 anni, mentre le donne sono più del 40%.
L’analfabetismo è scomparso e, mediamente, i livelli di scolarizzazione superano la scuola dell’obbligo. A molti di loro piace produrre o manipolare gli alimenti che giornalmente danno proteine, vitamine, carboidrati, zuccheri, e tutte le altre sostanze che fanno del Made in Italy e della Dieta Mediterranea uno stile di vita sano per 60.000.000 milioni d’italiani e per decine di milioni di cittadini europei.
Questo è il lavoro agricolo italiano che, fortemente ancorato alle stagionalità, continua ad avere un proprio tratto distintivo nel panorama agricolo europeo. Sono pochi i cittadini francesi, tedeschi, olandesi, spagnoli o inglesi occupati stagionalmente nei loro paesi nelle fasi lavorative che producono le materie prime agricole. Questa nostra originalità permette a tanti medici, alimentaristi, cuochi, giornalisti, rappresentanti delle organizzazioni imprenditoriali e dei produttori di popolare giornalmente il piccolo schermo, di partecipare ai dibattiti sulle diete e sulla salute vantando i benefìci dei nostri prodotti agricoli ed alimentari.
Ai prodotti agricoli associano storia, tradizione, paesaggio, cultura, civiltà, giornalismo, libri e libri di cucina.
Il lavoro agricolo, di circa milione e mezzo di cittadini italiani e migranti, è parte integrante di questo mondo, di questa civiltà che ha una storia millenaria.
INDUSTRIA
L’industria della trasformazione di prodotti alimentari è composta da 36.400 piccole e grandi aziende e fornisce una occupazione ad oltre 390.000 lavoratori. 6.550 aziende hanno più di 9 dipendenti ed occupano 258.000 lavoratori. Il settore artigianale conta 25.000 aziende ed occupa circa 100.000 lavoratori. Nel settore almeno 60.000 lavoratori hanno contratti di tipo stagionale.
Il valore della produzione negli ultimi anni è stato di 107 miliardi di euro. La quota di export sul fatturato per l’Italia è stata del 15,1%, la media europea è al 17%, mentre per Francia è al 22% e per la Germania è al 20%.
Il settore dell’industria alimentare ha una potenzialità di crescita inespressa ed è tra le opportunità più significative che possono caratterizzare lo sviluppo dell’Italia
mercoledì 15 ottobre 2014 Dopo lo sgombero, risorse e volontà politica per migliore le condizioni dei lavoratori migranti È stata abbattuta due giorni fa la baraccopoli fatiscente costruita con materiali di scarto ai lati delle 70 tende del Ministero dell'Interno nella II zona industriale di San Ferdinando. Contestualmente all’abbattimento ... |
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• addedum accordo CIA 13/02/2007 |