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giovedì 27 settembre 2012
Piana ambiente, blocchi e disagi, Regione e Sindaci “trombano” i lavoratori
La lotta dei lavoratori di Piana Ambiente non deve passare in secondo piano e non possono essere dimenticate le gravi inadempienze della regione e dei sindaci che stanno alla base del fallimento della società mista.
Come fanno i responsabili a guardare tranquillamente in faccia i lavoratori e le loro famiglie, ridotte al lastrico e sapere che molti di loro vivono drammaticamente silenziosi, mortificati nella dignità di padri per l’impossibilità, ad esempio, di comprare a riapertura della scuola i libri o pagare la tassa per l’istruzione dei figli.
Sono lontani i tempi in cui i sindaci azionisti di piana ambiente esercitavano il potere, forse anche improprio, di “condivisione” nelle scelte di assumere il personale per una società che allora sembrava in crescita.
A quei tempi è, gradualmente, seguito un declino fatto di disconoscimento di paternità delle scelte precedenti da parte di molti sindaci subentrati e da una gravissima discontinuità che ha comportato l’accumularsi di una pesante evasione degli enti del pagamento del servizio effettuato da P.A.
Nasce da questo la crisi finanziaria di P.A., che si è aggravata quando molti Comuni soci hanno disdetto i contratti affidando il servizio ad altri soggetti anche allo scopo di rinegoziare il loro potere contrattuale sulla scelta di nuovo personale da impiegare.
E’ una storia triste scolpita nella sofferenza di quei lavoratori che lottano e da mesi manifestano la loro rabbia con blocchi e manifestazioni.
Una vicenda che sa di beffa perché non si ricevono neppure il soldi per gli ammortizzatori attivati dopo il licenziamento e che rischia di divenire vergognosa e drammatica perché, con lo scorrere del tempo, viene meno il loro diritto alla ricollocazione in caso che nuove imprese ottengano dai comuni l’affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti.
Su questo, temiamo che, ancora una volta, i Sindaci non vogliano dare risposta e stanno facendo scorrere il tempo per poi, magari, avere le mani libere e cercare di influenzare la scelta di nuovo personale negli affidamenti.
Pochi comuni hanno già affidato il servizio e non è avvenuto il passaggio dei lavoratori e quando è avvenuto è finito al vaglio del giudice per effetto di molti ricorsi che lamentano il non rispetto della legge.
Eppure per uscire da questa grave situazione il Prefetto aveva indicato la via del consorzio pubblico, come garanzia a possibili rischi di infiltrazioni e per garantire maggiore qualità, controllo e rispetto delle leggi. Sarebbe stata un occasione ghiotta per liberarsi da pressioni, schiavitù e per ricollocare i lavoratori.
Ma non si riesce nemmeno a fare un ‘Associazione Temporanea di Scopo tra i comuni rimasti, si perde troppo tempo, per indire almeno un bando qualificato destinato a soggetti “certificati”.
Pensiamo perciò che serva una assunzione di responsabilità straordinaria, scelte morali e trasparenti per favorire modelli di gestione e di raccolta dei rifiuti sul territorio che siano in grado di mantenere i servizi ai cittadini e il lavoro a chi in questi anni ha dato molto con professionalità l’impegno.
Serve far uscire questo settore da un eccessivo potere privato e metterlo sotto la verifica e la garanzia del pubblico anche perché si sono impegnate significative risorse pubbliche .
Come Cgil siamo e saremo sempre al fianco dei lavoratori e cittadini per il lavoro, un servizio efficiente e per la legalità e la trasparenza.
Per queste ragioni il 2 Ottobre saremo in piazza per protestare,con i lavoratori in mobilità ed in cassa integrazione in deroga.
Gioia Tauro 27.09.2012
Valerio Romano Antonino Calogero
Segr. Gen. Filcams Cgil Segr. Gen. Cgil Piana di Gioia Tauro
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• addedum accordo CIA 13/02/2007 |