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venerdì 30 settembre 2011
Tuteliamo la Calabria e i manovali della Piana dalla ndragheta
Pochi giorni fa in un intervento su CO, il Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, rivendicava Il suo impegno per il rinnovamento. Peccato che lasciava pensare che gli “agenti” che bloccano il processo non fossero quelli giusti, addebitando così , in modo vergognoso responsabilità alla Cgil
E’ vero che nella nostra meravigliosa Regione la ‘ndrangheta, i potentati, le lobby, le logge massoniche deviate, in un tutt’uno con la cattiva politica, hanno mantenuto condizioni di arretratezza economica e hanno devastato, con ricadute drammatiche sui cittadini onesti, settori vitali come la sanità. Sono questi purtroppo i veri responsabili, quelli che bloccano il rinnovamento. Illazioni e mistificazioni appaiono solo come il tentativo di spostare l’ordine dei problemi.
In Calabria è più facile sparare artatamente su chi fa il proprio dovere, per distoglierlo dal continuare a farlo, piuttosto che impegnarsi affinché si cambi davvero registro. Non voglio credere che, puntando il dito contro la Cgil ,il Presidente, abbia lui stesso fatto quello che , ingenerosamente, accusa gli altri di fare .Voglio riconoscrgli buona fede.
Perciò ,mi chiedo a cosa serva se non all’ uso di pessima retorica , chiedersi se l’azione della Cgil miri alla sola tutela dei manovali della Piana di Gioia Tauro.
Questo è sbagliato per diverse ragioni .
La storia insegna che gli interessi della ‘ndrangheta nella realizzazione delle opere pubbliche sono altissimi ed un sindacato serio, nel caso della costruzione di un Ospedale , non può non chiedere la massima trasparenza . il rispetto della legalità inzia a partire dalle procedure di affidamento dei lavori.
Non è perciò irrilevante affidare l’iter ed il controllo ad un soggetto pubblico come la SUAP, nata sotto la supervisione del Giudice Boemi, che ha le competenze giuridiche di alto profilo ed una profonda conoscenza della ‘ndrangheta del territorio e della sua capacità di infiltrazione . Chi meglio di una Suap efficiente , non quella di oggi ridimensionata, può arginare l’incunearsi delle famiglie mafiose nel sistema colabrodo degli appalti e subappalti? Può mai dare le stesse garanzie una Spa “lumbard” tra l’altro già chiacchierata e “attenzionata”, al di là degli esiti processuali in vicende legate alla realizzazione di opere pubbliche? Non se ne capisce, qui , davvero il senso dell’opportunità della scelta.
Inoltre, basterebbe, quanto è più volte emerso nei lavori dell’ammodernamento della SARC e, recentemente, proprio su Palmi sede di costruzione di uno degli ospedali, ad essere di monito e a far ricercare garanzie massime di trasparenza. E’ ancora vivo l’eco dell’operazione “cosa mia” che portò all’arresto di 52 persone appartenenti e vicine alla famiglia Gallico. In quella occasione , gli inquirenti misero in luce una consorteria criminale in grado di penetrare, grazie anche alla debolezza del sistema, negli appalti e nei subappalti .
E’ legittimo allora preoccuparsi che questo non si ripeta entrando nel merito delle soluzioni?
Al fine di evitare altri “fattacci”, è compito di tutti dare un contributo per impedire il ripetersi delle degenerazioni. Come Cgil della Piana , pensiamo che nel modo in cui si sta procedendo è molto forte il pericolo che le ‘ndrine possano rimetterci le mani . Di questo ci preoccupiamo e ci riteniamo responsabili, perché il nostro compito è quello di tutelare il lavoro , i manovali della Piana ed i lavoratori tutti .
Ci piacerebbe, pertanto, sapere se in Calabria tutti sanno chi svolge il vero compito di avviamento al lavoro :
il mercato , l’ufficio di collocamento o la ‘ndrangheta? Noi , sulla pelle dei lavoratori , sappiamo che l’intermediazione della manodopera nelle opere pubbliche è nelle mani della ‘ndrangheta ! è vero , la prova lo è che in passato nemmeno il sindacato è stato risparmiato dalle infiltrazioni. Oggi non vogliamo fare come gli struzzi.
E’ alla luce di queste considerazioni che chiediamo che la Calabria si apra davvero al rinnovamento , territorio per territorio e , a partire dalla Piana di Gioia Tauro. Siamo disponibili ad aprire il confronto su cosa fare, subito, per arginare i rischi e per favorire anche la rapida realizzazione dell’opera . La direttrice di marcia, però, per le opportunità su esposte non può essere certo Infrastrutture Lombarde. Una scelta da rivedere per il bene della Calabria.
Segretario Generale Cgil Piana di Gioia
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